La crescente attenzione internazionale sul tema ha portato il WMO, l'Organizzazione Metereologica Mondiale, e l'UNEP, il Programma delle Nazioni Unite, a creare nel 1988 l'IPCC, un Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento del Clima.
Si tratta di un gruppo di esperti che ha il compito di preparare rapporti, studi, valutazioni e linee guida sul cambiamento climatico ed i suoi effetti potenziali, le opzioni di adattamento e di mitigazione.
Si prevede un aumento di temperatura da 1°C a 6°C entro il 2100.
Gli effetti del riscaldamento globale portano a modificazioni della quantità e tipologia delle precipitazioni, ad un aumento del livello dei mari, a cambiamenti nella frequenza e nella quantità degli eventi climatici estremi come alluvioni, siccità, cicloni, etc.
Fu così che, nel 1992, i delegati di 150 Paesi, presa coscienza del problema, approvarono la Convenzione Quadro sui cambiamenti climatici adottata a New York il 9 maggio e presentata ai Governi per la firma, nel corso del vertice delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo Sostenibile, tenutosi a Rio de Janeiro nel successivo mese di Giugno.
Questa convenzione rappresenta la base del successivo Protocollo di Kyoto che definisce un obiettivo di stabilizzazione delle concentrazioni di gas-serra per la protezione del sistema climatico e promuove interventi a livello nazionale ed internazionale per il suo raggiungimento.
Non prevede però impegni vincolanti per la riduzione delle emissioni, ma solo una assunzione di responsabilità dei Paesi industrializzati a produrre comunicazioni nazionali sulla propria produzione di gas - serra, con l'intento di riportarli, entro il 2000, ai livelli del 1990.
Il Protocollo di Kyoto mette in evidenza il nuovo atteggiamento della comunità internazionale rispetto al problema dei cambiamenti climatici.
Si tratta di un atto esecutivo che obbliga i Paesi industrializzati e Paesi con economia in transizione, alla riduzione delle emissioni di sei tipi di gas - serra, ed individuati in anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido di azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi(PFC) ed esofluoruro di zolfo (SF6).
L'anidride carbonica è prodotta per lo più dall'impiego dei combustibili fossili in tutte le attività energetiche ed industriali oltre che nei trasporti; il metano deriva principalmente dalle discariche dei rifiuti, dagli allevamenti zootecnici e dalle coltivazioni di riso; il protossido di azoto, dal settore agricolo e dalle industrie chimiche; gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi(PFC) e gli esofluoruro di zolfo (SF6) sono impiegati nelle industrie chimiche e manifatturiere.
Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, quando è stato raggiunto il quorum sufficiente di paesi industrializzati, responsabili del 55% delle emissioni globali.
Il Protocollo impegna i Paesi firmatari a ridurre complessivamente nel periodo 2008 - 2012 le emissioni in atmosfera dei gas - serra del 5,2% rispetto ai livelli di riferimento del 1990.
Per il conseguimento dei propri obiettivi, i Paesi industrializzati e ad economia in transizione possono avvalersi di alcuni strumenti quali:
- Rafforzare o istituire politiche nazionali di riduzione delle emissioni quali il miglioramento dell'efficienza energetica, sviluppo di fonti di energia rinnovabile, etc.
- Avvalersi dei cosiddetti "meccanismi flessibili":
- Emmission Trading (commercio delle emissioni)
- Clean Development Mechanism - CDM (Meccanismo di Sviluppo Pulito)
- Joint Implementation - JI (Attuazione congiunta)
Il Protocollo, inoltre, riconosce alle foreste ed ai suoi suoli agricoli un ruolo importante nelle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici attraverso la creazione di nuove foreste ed una appropriata gestione delle foreste esistenti e dei suoli agricoli ma, soprattutto, in sostituzione delle fonti fossili e di altri materiali.